Escursioni|

Dal tardo Medioevo, 1341, circa, Barga preferì sottomettersi a Firenze. Fino alla vigilia dell’Unità d’ Italia, questo rappresenta il periodo di maggiore splendore: i Medici ebbero grande interesse per questa zona da cui traevano importanti materie prime e concessero privilegi ed esenzioni fiscali.

Ciò ha lasciato tangibili tracce, visibili ancora oggi nell’urbanistica, nell’architettura, nell’arte e nella società cittadina. La ricchezza conseguita permise, durante il XV, XVI e XVII secolo, la costruzione di palazzi di stile rinascimentale, che ospitarono, in tempi diversi, i Granduchi di Toscana.

credit: pruneta.com

La presenza medicea a Barga, oltre che nel centro storico, si evidenzia anche negli immediati dintorni, con impronte lasciate sul territorio come la via dei Remi che conduceva il legname dai boschi dell’Appennino al polo marittimo di Pisa-Livorno, o le Cave di Diaspro.

Durante la dominazione fiorentina, infatti, a Barga venne praticata l’estrazione del Diaspro: una pietra dura ornamentale composta da quarzo di color rosso sanguigno con trame bianche.

Il Diaspro di Barga e’ stato utilizzato per decorare le Cappelle Gentilizie Medicee della Basilica di San Lorenzo a Firenze. Fu Cosimo I de’ Medici a voler realizzare la struttura che sarebbe servita a perpetuare la memoria della dinastia dei Medici.

Osservando con attenzione le pareti della cappella funebre, si può notare il colore rosso tipico del Diaspro di Barga.

credit: Rufus46

Oltre che all’interno delle Cappelle Gentilizie, esiste ancora una discreta quantità di diaspro nell’Opificio delle pietre dure, sempre a Firenze. L’Opificio, voluto da Ferdinando I de’ Medici, era il laboratorio artigianale che si occupava materialmente di rifinire il diaspro per poterlo poi utilizzare nelle Cappelle Gentilizie.

Grazie ad alcuni registri di consegna e’ possibile seguire idealmente il tragitto del Diaspro da Barga fino a Firenze.

La ‘Via del diaspro‘ iniziava nelle cave lungo il corso del torrente Loppora di Giuncheto. Una volta estratti, i blocchi di diaspro venivano trasportati fino al fiume Serchio, l’antica via fluviale. Da qui a bordo di foderi (zattere fatte con tronchi di legno) raggiungevano l’Arsenale Marittimo di Pisa dove venivano semi-lavorati con l’impiego di schiavi turchi. Successivamente i navicellai si occupavano di risalire l’Arno con il loro prezioso carico fino al Porto Maggiore di Signa e da qui, via terra, il diaspro raggiungeva l’Opificio delle Pietre Dure a Firenze per la lavorazione finale.

Attualmente, le cave di Barga, visitabili, sono ancora molto ricche di diaspro. Questo nobile materiale, si presenta in superficie con filoni che affiorano dalle pareti rocciose di varie inclinazioni, spessore, colore e qualità.

Per informazioni sulle escursioni alle Cave di Diaspro, scrivere a prolocobarga@gmail.com

-Tratto da: Emilio Lammari, Lo stemma civico di Barga e il suo percorso storico, 2015.

-Foto credit: Keane, barganews.com

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